Children of the Camps
STORIE DALL’IRAQ
Children of the Camps
Il personalissimo video racconto della fotografa e autrice Sara Melotti racchiude le vite di bambine, bambini e adolescenti sfollati interni e rifugiati siriani nei campi profughi in Kurdistan iracheno, dove noi di Terre des Hommes lavoriamo da molti anni per garantire istruzione, assistenza medica e psicosociale, fisioterapia, protezione e diritti. Questi volti ci restituiscono quell’umanità che i numeri terribili di questa crisi ormai
non riescono più a trasmetterci.Â
AHMED e ALI
Ahmed e Ali sono fratelli, vivono nel campo di Harsham, nei pressi di Erbil, Kurdistan iracheno. Entrambi soffrono di una rara forma di distrofia muscolare, che rende camminare molto doloroso. Per bimbi come loro, la vita nei campi è ancora più difficile e faticosa, ma la riabilitazione con i nostri fisioterapisti può far moltissimo per migliorare la loro qualità di vita.
Guarda il video di Sara Melotti, puoi trovare la storia di Ahmed e Ali al minuto 3:04
KAHLED
Kahled è un bambino simpatico e brillante di 12 anni che vive nel corpo di un bambino piccolo a causa di una malattia rara che si chiama osteogenesi imperfetta. Le sue ossa sono talmente fragili che si spezzano a toccarle e trascorre le sue giornate vivendo su questo cuscino, all’interno di una tenda di un campo profughi nel Kurdistan iracheno.
È arrivato qui con la sua famiglia dopo un viaggio a piedi, rischiosissimo per la sua salute, ma inevitabile a causa dell’attacco dell’Isis al suo villaggio vicino a Mosul.
Guarda il video di Sara Melotti, puoi trovare la storia di Kahled al minuto 3:53
AHLAM
C’è chi i segni della guerra se li porta addosso. Vi presento Ahlam
“Ero a Mosul, era pomeriggio ed io e mio padre eravamo in strada, fuori da casa nostra. Poi una bomba mi ha colpita e ha tagliato via le mie gambe. é diventato tutto nero, mi sentivo l’anima, ma non sentivo più il mio corpo. Mi hanno portata in ospedale, dove sono rimasta 20 giorni e mi hanno curata.”
Appena dimessa dall’ospedale Ahlam è scappata da Mosul con la sua famiglia ed è stata accolta nel campo di Hasansham dove vive tutt’oggi. Â
Ahlam non può andare a scuola e muoversi sul terreno sterrato del campo sulla sedia a rotelle è molto difficile. Terre des Hommes, oltre a supportarla con l’educazione informale, sta cercando di procurarle delle protesi, così che possa tornare a camminare al più presto e riprendere la scuola.Â
Guarda il video di Sara Melotti, puoi trovare la storia di Ahlam al minuto 9:56
Vorrei solo andare a scuola, vorrei solo un futuro
“Se potessi esprimere un desiderio, cosa chiederesti?” “Voglio solo tornare a scuola, finire gli studi. Voglio avere l’opportunità di costruirmi un futuro”. Lei è Jamila, una ragazza che, come tanti suoi coetanei scappati dalla guerra, appartiene ad una “generazione perduta”. Aveva 10 anni quando le milizie dell’ISIS hanno preso il controllo del suo villaggio e proibito a bambine e ragazze di andare a scuola.
Da allora, sono state moltissime le difficoltà da superare e i tentativi di un nuovo inizio.
Oggi Jamila ha 17 anni, non è mai più potuta tornare a studiare e ogni giorno combatte contro una grave depressione. E noi restiamo al suo fianco per sostenerla e aiutarla a superare questi momenti bui.
Scopri la storia di Jamila al minuto 10:53
Dov’è casa?
“Ovunque ci siano i nostri genitori” così rispondono Hadeel, Shekmos e Salama.
Erano solo bambini quando hanno perso la propria casa sotto i bombardamenti, quando hanno dovuto lasciare la Siria a causa della guerra. Nel 2013 sono fuggiti e hanno trovato rifugio nel campo di Qushtapa, nel Kurdistan Iracheno.
Come spesso capita, la guerra divide le famiglie e impone sacrifici inimmaginabili. Oltre ad andare a scuola, oggi è Hadeel, in quanto sorella maggiore, a prendersi cura di sua sorella e suo fratello, un peso enorme da portarsi sulle spalle.
ABDERRAHMAN, il poeta
Abderrahman ha 17 anni. È un poeta.
Fino a pochi anni fa viveva in una bella casa a Mosul, stava finendo le superiori e poi avrebbe voluto iscriversi all’università per studiare lettere. Ma l’arrivo dell’ISIS, che ha ucciso suo padre, ha distrutto tutto e costretto il resto della famiglia a fuggire per salvarsi la vita.
Gli hanno rubato l’infanzia. Improvvisamente lui si è ritrovato solo con la madre a prendersi cura dei suoi 6 fratellini, con cui vive nel campo profughi, senza documenti, senza l’opportunità di tornare a scuola e senza un diploma che gli dia diritto a un futuro migliore.
Trova sollievo solo nella poesia e nel sostegno dei nostri operatori che lo aiutano ad affrontare i suoi mostri.
Lo ha raccontato a Sara Melotti, ascolta la sua testimonianza al minuto 12.08
Sara Melotti
Ora che ho visto i suoi segni con i miei occhi lo penso ancora più intensamente di prima: la guerra è la più grande vergogna dell’umanità . La guerra distrugge vite, devasta popoli, separa famiglie. La guerra non deve più esistere.
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